Nov 292022
 

À l’occasion de la commémoration du centenaire de la naissance de Pier Paolo Pasolini, la TR1 « Cultures, Herméneutique et Transmission » de l’UR CERES de l’Institut catholique de Toulouse a décidé d’organiser une « Semaine Pasolini » est organisée du 5 al 7 Dicembre, en direction des étudiants et auditeurs de toutes sortes désireuses, au travers de films, discussions-débats et conférence, de découvrir ou de redécouvrir l’œuvre de cet artiste inclassable.

Téléchargez le programme en cliquant ici

Ott 182022
 

Club de Langues de Tournefeuille: il 9 novembre 2022 au Phare di Tournefeuille, Salle Rouge, 20:00

Un buffet style “Auberge espagnol, clôturera la soirée
Elle nous parlera de son dernier roman “Chi dà luce rischia il buio“, sorti en Septembre 2022, Editions Rizzoli.
Le livre est déjà en vente à la librairie “Ombres Blanches”
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“Una volta è abbastanza” (2019, Rizzoli) e “Chi dà luce rischia il buio” (2022, Rizzoli) sono i due romanzi di Giulia Ciarapica che hanno l’obiettivo di descrivere la comunità marchigiana del centro Italia. Entrambi i romanzi hanno come protagonisti le famiglie Verdini e Betelli, ma soprattutto le due sorelle Annetta e Giuliana, e Valentino, marito di quest’ultima.

La saga famigliare non si limita soltanto al racconto di una comunità, ossia quella di Casette d’Ete, ma vuole raccontare soprattutto l’epopea dei calzolai marchigiani, il loro percorso di crescita a partire dal 1945 fino ad arrivare al 1974. Si raccontano infatti gli anni del dopoguerra, del boom economico e anche una parte degli anni di piombo.

Un racconto storico ma in cui, chiaramente, il senso della famiglia e dei conflitti generazionali è molto forte.

Lavoro, famiglia, vita di provincia e i fantasmi del passato sono i temi centrali di questo lavoro, che nasce con l’intento di colmare un vuoto narrativo: descrivere le Marche e l’imprenditoria calzaturiera.

L’autrice Giulia Ciarapica insegna critica letteraria alla Scuola Passaggi. Collabora con le Scuderie del Quirinale seguendo il gruppo di lettura Il filo nascosto. Scrive sul “Foglio” e si occupa di libri sui social.

Nel 2018 ha esordito nella saggistica con “Book blogger. Scrivere di libri in Reete: come, dove, perché” (Cesati Editore).

Nel 2019 è uscito il suo romanzo d’esordio, Una volta è abbastanza (Rizzoli), finalista al Premio Flaiano under 35, vincitore del premio Zocca giovani – Marco Santagata e del Premio Viva Gioconda – Salvatore Fiume opera prima.

Ott 112022
 

L’Italie à Toulouse Partenaire de la CINEMATHEQUE DE TOULOUSE

l18 Ottobre 27 novembre / Cinémathèque de Toulouse : Rétrospective Francesco ROSI

Tarif réduit pour les adhérents de l’Italie à Toulouse sur présentation de la carte d’adhésion

fPROGRAMMAZIONE: HTTPS://litalieatoulouse.com/wp-content/uploads/2022/10/francesco_rosi-prog_oct_nov_.pdf

CINEMATHEQUE de TOULOUSE : Francesco Rosi avec Positif, RADICI, Institut Lumière, UT2J
Le cinéma peutil être une arme politique ? Dans la mesure où il ouvre une fenêtre sur la société, en propose une radiographie et en dénonce les corruptions, le cinéma de Francesco Rosi, comme celui de CostaGavras, est l’exemple parfait de ce que l’on appelle la fiction de gauche.


Apr 052022
 

Il 22 Avril à 15h au 35 TER rue Gabriel Peri
Prenotazioni : litalieatoulouse@orange.fr

 

Eduardo De Filippo, 1900-1984 di Enzo Biagi

 

Quando è morto, gli hanno fatto un monumento di parole. Forse troppe, per uno che si faceva notare soprattutto per i lunghi silenzi e inventava strampalate figure chiuse in un tenace mutismo, che per esprimersi senza troppi discorsi ricorrevano ai botti.

Eduardo aveva il pudore dei sentimenti e odiava gli sproloqui, i punti esclamativi, gli effettacci e i lustrini: le sue ultime recite sembravano sacre rappresentazioni.

Ritrovo nei miei taccuini certi momenti dei nostri incontri; gli era più facile concedere un invito a pranzo che un’intervista. Ma le cose che diceva erano illuminanti.

 

La prima impressione di una platea: «Ero piccolo, sbigottito: uno splendore abbagliante. Mi trovai là da un momento all’altro: lo spettacolo è luce, è sorpresa. Non finirà mai. Fin quando ci sarà un filo d’erba sulla terra, ce ne sarà uno finto sul palcoscenico. Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male».

Spiegava il segreto della sua arte: «Io osservo, osservo continuamente. Il teatro porta alla vita e la vita al teatro. L’umanità, attraverso i fatti che evolvono continuamente, ci fornisce modelli che ci meravigliano sempre: nuovi, pazzi, imprevedibili, che ci danno poi i personaggi. E le mie commedie sono tragedie anche quando fanno ridere».

La sua idea dell’attore: «L’uomo, qualche volta, è come le scimmie, che hanno il gusto dell’imitazione. Le hanno viste che si mettevano addosso rafia e fiori e ballavano. Ma se è vanitoso, è solo uno che ha la faccia tosta di salire in alto, su delle assi inchiodate, per farsi vedere. L’artista è un’altra cosa».

I tempi dell’avanspettacolo: «Scrivevamo i nostri copioni in camerino, negli intervalli, e la testa rimbombava dei dialoghi e dei sospiri dei primi film sonori. I napoletani sono esigenti: ogni settimana bisognava cambiare repertorio.

E sono terribili: ti capiscono prima che parli e devi stare molto attento per poterli imbrogliare. Anche Natale in casa Cupiello era un atto unico, bellissimo. Avevamo in cartellone Sik-Sik l’artefice magico, e per rappresentarlo erano assolutamente indispensabili un colombo e una gallina. Una notte, spinti dall’appetito, ci rivolgemmo a un trattore perché ci cucinasse i due cari compagni di lavoro. Li mangiammo, ma con molta pena».

Il successo: «Nel 1942, con i miei fratelli decidemmo di passare proprio al teatro, con una compagnia nostra e con copioni scritti da noi. Debuttammo a Milano, all’Odeon. Ma chi ci conosceva? Le poltrone erano per metà vuote, però alla fine il pubblico urlava: “Viva Napoli”. Renato Simoni fece un lungo articolo e nei giorni seguenti tutte le file si riempirono. Cominciò la conquista del Nord».

Il più bel ricordo: «È nella mia città che ho provato la commozione più profonda. Fu alla prima di Napoli milionaria. C’era il fronte fermo a Firenze. C’era la fame e tanta gente disperata. Ottenni il San Carlo per una sera. I professori d’orchestra, per assistere allo spettacolo, si erano infilati nel golfo mistico. “Vedrete che ci diffamerà” diceva qualcuno allarmato dal titolo.

«Io facevo Gennaro Esposito, un povero e bravo uomo, che viene portato via dai tedeschi e quando ritorna trova un figlio ladro, la moglie che fa il mercato nero, si è arricchita, lo ha tradito, e la figlia ha fatto l’amore con un soldato americano.

«Sono dei cinici, ma Gennaro Esposito, con tolleranza, con comprensione, fa capire ai familiari che non è finito niente, che la vita continua. Recitavo e sentivo intorno a me un silenzio terribile. Quando dissi l’ultima battuta: “Deve passare la notte” e scese il pesante velario, ci fu silenzio ancora, per otto, dieci secondi, poi scoppiò un applauso furioso e anche un pianto irrefrenabile; tutti avevano in mano un fazzoletto, gli orchestrali si erano alzati in piedi, i macchinisti avevano invaso la scena, il pubblico era salito sul palcoscenico, tutti piangevano e anch’io piangevo, e piangeva Raffaele Viviani che era corso ad abbracciarmi. Io avevo detto il dolore di tutti».

Il suo mondo: «Napule è nu paese curioso/è nu teatro antico […] sempre apierto:/ce nasce gente ca senza cuncerto/ scenne p’ strade e sape recità».

 

 

Mar 102022
 

SOIRÉE ITALIENNE organisée par le ROTARY de Toulouse en soutien à

l’Association l’Enfant bleu (https://lenfantbleutoulouse.fr/)

La Soirée se déroulera au restaurant “Il Ristorante” à Blagnac le Vendredi 18 Marzo 2022 alle 20.00.

Prix du repas 45€

Si vous êtes intéressés merci de contacter directement Nathalie au 06 83 55 48 41, les places étant limitées à 50.