A partire da oggi in tutta Italia, e in particolare nelle città più legate al padre della lingua italiana, si celebra il 750esimo anniversario della nascita con un calendario fitto di eventi. A Roma, un tributo speciale nell’aula del Senato, dove Roberto benigni ha recitato il canto 33mo del Paradiso.
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La ricorrenza Buon compleanno Dante Alighieri, il Senato celebra il sommo poeta con Benigni e Piovani Iniziano oggi le manifestazioni per il 750° anniversario della nascita dell’autore de ‘La divina commedia’.
A palazzo Madama, per la prima volta, il Canto dalla ‘Vita nuova’, composizione originale del maestro Piovani
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Da lunedì parte un calendario di 187 manifestazioni in tutto il Paese, ben 173 all’estero.
Appuntamenti clou a Firenze, Verona, Roma e Ravenna tra gonfaloni, rievocazioni storiche, seminari su lingua e tradizione del grande fiorentino
La Marie de Toulouse, con il supporto della rivista RADICI e patrimonio associazione vi invita all'apertura del luogo LAZARE PONTICELLI, Giovedì 21 più 2015 alle 10.00 (Allée Jules Guesde – TOLOSA – vicino alla grande rotonda).
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Simona Vincenzi è nato a Torino (Italia). A Parigi dal 1995, Ha addestrato in interior design e arti presso la Académie Charpentier applicate, il E.P.S.A.A e l'Ecole Boulle. Impegnata a un nuovo modo di pensare l'habitat ecologico architettura d'interni, Crea l'agenzia Vincenzi Design in 2009. Simona ha un corso di designer indipendenti per decoratori, Architetti, editori di tessuti (rappresentazioni in prospettiva 3D a mano libera, sviluppo di progetti, piani, ecc), e mosaicista.
Simona Vincenzi
3 Via stella F-31000 Toulouse
+33 6 78 20 79 23
Che io vadi
Tra gli errori più diffusi nella nostra lingua c’è sempre di più l’uso scorretto del congiuntivo.
Ecco qualche regola semplice per non sbagliare
http://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2015/03/04/news/che-io-vadi-1.202142
Sto sfogliando con qualche mese di ritardo “Comunque anche Leopardi diceva le parolacce” di Giuseppe Antonelli (Mondadori € 12), dove ci si occupa dell’italiano scorretto, di quello corretto, di come strafalcioni che ci fanno inorridire tipo “che io vadi” esistessero in autori classici, di come sia lecito usare talora parole inglesi ma sciocco parlare di “Jobs act”, di come professori troppo puristi correggano i ragazzi che scrivono “passano molte macchine” in “circolano molte macchine” e “non facevo i compiti” in “non eseguivo i compiti” (facendo perdere tempo e senso della lingua parlata ai loro alunni). E di tante altre cose.
Non poteva mancare un capitolo sul declino del congiuntivo, e anche nelle canzoni, se Ligabue canta “può darsi che non sia tutto come lo sognavi tu”, Celentano canta “ma non vorrei che tu… stai già pensando a un altro uomo”. Per un seminario di scrittura tenuto anni fa a Bologna, avevo proposto una regola per sapere quando si deve usare l’indicativo o il congiuntivo.
Per semplificare le cose e non fare ricorso a termini tecnici come mondi possibili o atteggiamenti doxastici, diciamo che ci si deve sempre domandare se stiamo parlando di qualcosa che noi riteniamo (e gli altri ritengono) che esista realmente nel mondo fuori di noi, o parliamo di qualcosa che esiste nei nostri pensieri, opinioni, credenze (che potrebbero anche essere sbagliati o non siamo sicuri che siano giusti). In questi casi dicendo di “sapere” qualcosa intendiamo che conosciamo qualcosa di reale e quel verbo regge l’indicativo. Se invece usiamo verbi come “pensare, credere, sperare, temere” (tutti atteggiamenti mentali) allora si deve usare il congiuntivo. Pertanto si deve dire “io so che Washington è la capitale degli Usa” e “io spero che la mia amata ritorni”, e “io credo Sydney sia la capitale dell’Australia”.
Vi sarete accorti che l’ultima credenza è sbagliata perché la capitale dell’Australia è Canberra. Quando me ne sia reso conto, potrò allora legittimamente dire “credevo che Sydney fosse la capitale dell’Australia”, dando per implicito che quello che avevo in mente fosse falso. Mio, come si vede, la liceità del congiuntivo dipende non solo da regole linguistiche ma anche dalle conoscenze che la comunità ha circa il modo in cui vanno le cose nel mondo reale. Naturalmente già dicendo che credo che la capitale dell’Australia sia Sydney lascio aperta la possibilità di essermi sbagliato, mentre se dico che “io so che la capitale dell’Australia è Sydney” sono un ignorante e un presuntuoso.
In ogni caso, se faccio attenzione al fatto se stia parlando di ciò che si sa o di ciò che mi passa per la testa, vero o falso che sia, ho una buona regola per sapere se usare il congiuntivo o l’indicativo. Detto in modo un poco più tecnico, si usa “sapere” e l’indicativo quando ci si riferisce (a torto o a ragione) al mondo reale, e si usa il congiuntivo quando ci si riferisce a un mondo possibile. E sono appunto mondi possibili quelli delle nostre credenze, speranze, desideri, previsioni.
Eppure c’è un caso in cui, riferendoci a un mondo chiaramente irreale, si deve usare l’indicativo. È il caso dei riferimenti a situazioni narrative. Non si dice “credo che Watson fosse l’amico di Sherlock Holmes” (salvo che uno non ricordi più i racconti di Conan Doyle e voglia dimostrare la sua incertezza). Si dice invece ”so che Watson era l’amico di Sherlock Holmes”. E questo perché nell’immergersi nei mondi narrativi si sospende l’incredulità e li si accetta come se fossero mondi reali. E perché, in fondo, nel dire che si sa che Watson era l’amico di Holmes, ci si riferisce in effetti a un aspetto del mondo reale e cioè a quanto ha realmente scritto Conan Doyle, dove si ritiene indiscutibile che Watson sia davvero l’amico di Holmes.
Ma perché ho scritto “si ritiene indiscutibile… che sia”? Se è indiscutibile e accettato da tutti, perché ho usato il congiuntivo? Perché “indiscutibile” riguarda pur sempre un atteggiamento mentale e si presume che il punto vada (congiuntivo) ancora discusso.
Celebra il motorino compie 69 anni !!!
Lisez dans RADICI n° 77, un super article sur les moteurs !!!
http://www.radici-press.net/motori-ditalia/
http://www.corriere.it/…/buon-compleanno-vespa-2dab0448-d2e…
29 Marzo 1946: la Piaggio lancia sul mercato una fantastica innovazione a due ruote, a basso costo e accessibile a tutti: la Vespa 98. Oggetto che da lì a poco diventerà di culto, al punto che ogni italiano cercherà, nonostante le difficoltà economiche del post guerra, di acquistarne una per lavoro, per muoversi liberamente in città, per svago o semplicemente per possederla.
Il 7 marzo 1908 nasceva iuna delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi…