La rivoluzione pacifista di Rosa Genoni, donna e stilista contro la guerra !
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Per festeggiare noi donne internazionali ricordiamo quelle di noi che 100 anni fa si sono riunite per fermare la carneficina della prima guerra mondiale – una di queste donne coraggiose fu la bisnonna di Fabiana Podreider Lenzi: Rosa Genoni
In nessun libro di storia viene menzionata questa iniziativa femminile che invece fu il primo passo per la creazione di una coscienza di emancipazione da parte delle donne –
Rosa Genoni (Tirano, 1867 – Varese, 1954) è stata una stilista italiana, nonché attivista contro la guerra e giornalista socialista.
Fervente oppositrice del regime fascista, collaborò come inviata per L’Avanti! e si impegnò per il miglioramento delle condizioni di lavoro femminili.
Prima di diventare una sorta di eroina della nascente moda italiana, aveva a lungo lavorato come permière in una delle più note case di moda milanesi H.Haardt et Fils, dove, conformemente all’uso dell’epoca, venivano riprodotti esclusivamente modelli francesi, fedele riproduzione di bozzetti “rubati” o acquistati a caro prezzo nei più famosi atelier parigini del tempo quali Paquin, Chéruit, Charles Frederick Worth, Doucet, Callot etc.
Personalità poliedrica e vivace, grazie anche ad esperienze di lavoro in Francia, riuscì a cogliere le potenzialità del settore moda in Italia e propose soluzioni di grande modernità per riorganizzare l’industria dell’abbigliamento italiana. Ottenne un grande successo con il padiglione presentato all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906, dove propose abiti di grande pregio ispirati alla tradizione dell’arte pittorica italiana Rinascimentale. Per le sue creazioni la Genoni impiegò esclusivamente tessuti italiani e dichiarò: «il nostro patrimonio artistico potrebbe servire di modello alle nuove forme di vesti e di acconciature, che così assumerebbero un certo sapore di ricordo classico ed una vaga nobiltà di stile […] Come mai nel nostro paese da più di trent’anni assurto a regime di libertà, in questo rinnovellarsi di vita industriale ed artistica, come mai una moda italiana non esiste ancora?». Tra i suoi abiti quello ispirato alla Primavera del Botticelli, realizzato in raso di seta pallido, con sopravveste di in tulle color avorio, impreziosita da ricami a motivo floreale in perline, canutiglia, paillette e cordoncini dorati, la valse in Gran Premio per la sezione Arte Decorativa da parte della Giuria Internazionale.
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