Le dernier Elena Ferrante, traduit par Elsa Damien, vous attend au rayon littérature de la Librairie Privat- Collection du Monde entier chez Gallimard –
La ville de Rome vient de réhabiliter le poète latin Ovide en révoquant officiellement la «relégation» décidée par l’empereur Auguste en l’an 8 !
Dopo oltre duemila anni dall’esilio da Roma, voluto dall’imperatore Augusto, la città di Roma riabilita il poeta latino Publio Ovidio Nasone con la revoca ufficiale della “relegatio”.
En attendant de rencontrer
Jean-Luc Lévrier, à la Librairie Ombres Blanches, Mardi 13 février 2018 de 18H00 à 20H00, pour la présentation de sa traduction inédite: « Tristesse d’Ovide » publiée chez Sables Editions, parcourez :
– son blog: http://ovidii-amici.blogspot.fr/ – sa page FB: Les amis d’Ovide
Jean-Luc Lévrier est professeur de lettres classiques en classes préparatoires aux grandes écoles au Lycée Saint Sernin à Toulouse!
Nel bimillenario della sua morte, il poeta romano trova la riabilitazione e la revoca delle sue condanne grazie al riconoscimento dei suoi concittadini e del Comune di Roma.
Esattamente duemila anni fa, in una data non meglio precisata dalle fonti, il poeta Publio Ovidio Nasone moriva, solo e afflitto, a Tomi (attuale Costanza, in Romania) all’epoca un villaggio portuale sulle rive del Mar Nero, in quelle terre che i Romani chiamavano Ponto. Lui, cantore disilluso di un amore disincarnato e disincantato, fine esteta, cantore delle Metamorfosi e dei Fasti, si ritrovò a morire esule, in un piccolo centro, lontanissimo dalla natia Sulmona, circondato (stando alla sua stessa testimonianza) da rozzi barbari che non comprendevano neanche una parola del suo latino. Ovidio, relegato nell’angolo più remoto del neonato Impero Romano, non poté che ripensare con rammarico ai grandi amori cantati nei suoi carmi, ai consigli di seduzione che aveva offerto ai giovani romani nell’Ars Amatoria e agli unguenti profumati che aveva consigliato alle donne patrizie per corteggiare i rampolli delle più nobili famiglie nei Medicamina faciei feminae. Ma soprattutto Ovidio, durante la stesura dei Tristia, quei versi che raccolgono i suoi lamenti nostalgici e descrivono la sua triste condizione nel Ponto, ripensò alla bella vita che fu, quando a Roma vantava di poter essere uno dei fiori all’occhiello dei Circoli di Messalla Corvino e di Gaio Clinio Mecenate, le più prestigiose élite culturali del Principato Augusteo.
Ma per quale motivo Ovidio, illustre poeta, cadde in uno stato di disgrazia così atroce?
La risposta sembra offrircela lui stesso, proprio nei Tristia:
“Perdiderint cum me duo crimina, carmen et error alterius facti culpa silenda mihi.” | “Due crimini mi hanno condannato; un carme e un errore: di questo dovrò tacere quale sia stata la mia colpa.” |
(Ovidio, Tristia 2, 1,vv.207-208.) | |
A cosa si riferisce Ovidio, in questi due versi carichi di umanità e pregni di sincero dolore?
Il poeta stesso sembra rimanere criptico ed ermetico a riguardo: come accade molto spesso, quando le fonti mantengono il silenzio, sono gli storici a doversi dar da fare per ricostruire il tutto nel modo più verosimile possibile.
Tutto ciò che noi sappiamo, se escludiamo questi versi, è che fu il princeps Ottaviano Augusto in persona a provvedere all’esilio. Alla base della condanna, ne deduciamo, ci fu sicuramente un dissapore molto serio tra il poeta e l’Imperatore, uno screzio talmente grave da non poter permettere ad Augusto di optare per una pena più leggera: nel cacciare Ovidio da Roma e dai confini Italici, Ottaviano scelse la relegatio ad insulam, un esilio che, a differenza della deportatio, prevedeva solo l’allontanamento dell’individuo, senza che tuttavia egli perdesse la cittadinanza romana e le sue proprietà.
Il carme di cui parla il poeta è molto probabilmente l’Ars Amatoria, il poemetto in tre libri che forniva agli uomini e alle donne di tutta Roma i consigli più raffinati per “rimorchiare”. Nulla esclude tuttavia che il carme a cui accenna Ovidio stesso non siano in realtà i tre libri degli Amores, nei quali Ovidio si vantava delle sue avventure piccanti tra un’amante e l’altra. In ogni caso, la letteratura di Ovidio, nonostante avesse riscosso un certo successo e attirato il plauso del pubblico aristocratico romano, risultò scabrosa, oscena: prevedeva una visione dell’amore spensierata e superficiale, sdoganava il tradimento e l’infedeltà coniugale (quasi giustificandoli) e sembrava esaltare solo gli aspetti più carnali, più erotici dell’amore: tutto questo era inaccettabile agli occhi di un Augusto sempre più intenzionato a varare una politica volta a tutelare i valori morali della famiglia, emanando leggi che punissero l’adulterio e lo stupro e sanzionando con pene pecuniarie gli scapoli (oggi diremmo “i single”) che raggiunta una certa età non si fossero ancora sposati (la cosiddetta “tassa sul celibato” a cui si ispirò anche Mussolini). Seppur vero che la visione letteraria ovidiana strideva con la propaganda morale augustea, possiamo dire che questo carme bastò, da solo, a far infliggere su Ovidio una pena così tremenda?
Qui entra in gioco l’errore, forse il motivo più autentico per cui il poeta di Sulmona si guadagnò l’esilio nel Ponto: l’ipotesi più probabile è che Ovidio fosse uno dei tanti amanti con cui Giulia Maggiore, figlia di Augusto, aveva intrattenuto una relazione clandestina alle spalle del marito Tiberio (in barba alle leggi morali emanate dal padre). Plausibile è anche la teoria secondo la quale Ovidio avesse coperto e favorito la relazione adulterina tra Giulia Minore, nipote dell’Imperatore e moglie del console Lucio Emilio Paolo, e Giulio Decimo Siliano. Oltre a questi due “scandali a luci rosse”, come li definiremmo oggi, non sono da escludere anche altre numerose supposizioni avanzate dagli storici in merito al famoso “error” di cui parla Ovidio nei Tristia: secondo alcuni Ovidio era coinvolto in una congiura ai danni di Augusto, mentre secondo altri era venuto a conoscenza di dettagli privati del princeps e della moglie Livia.
Quel che è certo è che gli ultimi nove anni di vita Ovidio li trascorse lontano da Roma e dalla sua Sulmona: relegato nel Ponto nell’8 d.C., nonostante le dozzine di lettere di scuse e di suppliche inviate ad Augusto, il poeta non riuscì mai a tornare in patria, morendo da solo, lontano da casa, nel 17 d.C. La sua unica consolazione, durante il confinamento nella terra barbara, rimarrà la letteratura; durante l’esilio infatti, Ovidio scriverà, oltre ai Tristia e alle lettere destinate ai suoi familiari e all’Imperatore, tre brevi poemetti (Ibis, Phaenomena e Haieleutica) che non godranno però della stessa fortuna che già vantarono l’Ars Amatoria e le Metamorfosi.
La città di Sulmona è, praticamente da sempre, affettuosamente legata alla figura di Ovidio, a cui sono dedicate vie, piazze, ristoranti, statue, scuole, bar e addirittura un certamen, una gara di traduzione nella quale gli studenti del Liceo Classico si confrontano in una sfida a colpi di vocabolario in una traduzione di passi scelti delle opere del poeta. Nel bimillenario della sua morte, la città abruzzese non poteva esimersi dal conferire i dovuti omaggi a quello che senza dubbio è il suo più illustre cittadino: con precisione certosina e grazie a un lauto finanziamento europeo, il comune di Sulmona ha allestito un ricco programma di eventi di rilevanza nazionale e internazionale. Il Bimillenario Ovidiano racchiude le migliori proposte scientifiche e culturali, incentrate nello specifico della produzione ovidiana. Letteratura, arte, musica, cinema, teatro, enogastronomia, editoria, mostre, musica, fotografia, convegni. Tanti gli aspetti di varia natura inseriti in una serie di iniziative che valorizzano luoghi, eccellenze, beni materiali e immateriali da sempre cari al poeta latino.
Ma tra le proposte più affascinanti, spicca quella della revoca della relegatio: Ovidio, dopo due millenni, sarebbe finalmente assolto dalle sue colpe. Infatti l’assise civica capitolina si prepara a revocare il decreto emesso dall’imperatore Augusto nell’ormai lontanissimo primo secolo dopo Cristo. Il Comune di Roma ha deciso in questo modo di omaggiare il poeta sulmonese nell’anno del Bimillenario dalla morte. La proposta di “liberare” Ovidio dall’esilio era stata già avanzata in passato al Rotary Club di Sulmona, dal professore Giuseppe Martocchia, docente di Lettere nel Liceo Classico Ovidio (appunto) dal professore Raffaele Giannantonio e dalla professoressa Palma Crea Cappuccilli, anche lei docente nel Liceo Classico Ovidio. Nel 2012 anche il Consiglio comunale di Sulmona deliberò all’unanimità la richiesta di revoca della condanna di Ovidio, inviando la delibera al Consiglio comunale capitolino, che ha deciso di iniziare un lungo processo burocratico che avrà come fine la revoca della relegatio del poeta sulmonese… in un’occasione non casuale!
Ma come possono il comune di Sulmona e l’assemblea giudiziale del Comune di Roma porsi al di sopra di una sentenza emanata dallo stesso Augusto?
Semplice: bisogna dimostrare l’invalidità della condanna. In primo luogo, qualora l’accusa che verte su Ovidio sia quella di aver partecipato alla congiura ordita contro Augusto, si potrebbe allora accusare l’Imperatore di non aver esplicitato mai la motivazione della sanzione inflitta al poeta: avrebbe dovuto ammettere che alla congiura avevano partecipato anche i suoi strettissimi congiunti. Se veramente Ovidio avesse partecipato all’organizzazione di un attentato ad Augusto, avrebbe potuto mai la pena essere tanto mite? E gli altri congiurati chi sarebbero? In questo caso l’accusa si fonderebbe solo su ipotesi prive di testimonianze, che scagionerebbero Ovidio da ogni accusa. Qualora l’accusa sia invece quella di aver partecipato, direttamente o non, alle tresche amorose delle due Giulie, la pena risulterebbe illegittima, in quanto sembrerebbe che Ovidio non abbia potuto godere di un processo regolare, con tanto di difesa e accusa. Se infine la colpa del poeta sulmonese è stata quella di decantare un amore senza troppi vincoli, condannare Ovidio per questo motivo risulterebbe ridicolo: se i Romani, fregandosene delle leggi di Augusto, avevano abbandonato l’antica severità dei costumi, dandosi alla bella vita, se i matrimoni erano in calo e non si facevano più figli, di certo non era colpa di Ovidio.
E soprattutto, dettaglio da non prendere sottogamba, la condanna alla relegatio, secondo il diritto romano, veniva comminata a conclusione di un processo pubblico e poi ratificata dal Senato. Nel caso di Ovidio, essendo Augusto imperatore, la decisione fu soltanto sua.
Ora come ora, bisogna solo attendere che il decreto capitolino revochi ufficialmente la relegatio del poeta elegiaco latino.
Chissà se Ovidio, dopo due mila anni, non stia sussurrando dall’Oltretomba: “Meglio tardi che mai!”
Michele Porcaro
Rencontre à la Librairie Ombres Blanches, mardi 16 janvier 2018 de 18H00 à 20H00, avec Jean-Yves Frétigné, maître de conférence en histoire contemporaine à l’Université de Rouen, autour de la première biographie d’Antonio Gramsci aux éditions Armand Colin.
Le débat sera animé par Philippe Foro, maître de conférence en Histoire contemporaine à l’Université Toulouse – Jean Jaurès
Jean-Yves Frétigné est spécialiste de la pensée et des idées politiques en France et en Italie. Cette vie de Gramsci est la première biographie en Français du penseur et dirigeant marxiste italien.
Antonio Gramsci (1891-1937), écrivain et théorien politique, est le membre fondateur du parti communiste italien. C’est l’un des principaux penseurs du courant marxiste. Il fut emprisonné par le régime mussolinien jusqu’à sa mort, en 1937. Très connu en Italie, il a également une renommée considérable dans le monde entier et particulièrement en France.
Contre la présentation d’un Gramsci désincarné ou célébré en héros et martyr du communisme, cet ouvrage entend restituer l’homme en chair et en os, en montrant les étapes successives de son existence de sa Sardaigne natale à la prison fasciste, en passant par ses années estudiantines à Turin et son accession à la direction du Parti communiste d’Italie. Trop souvent réduite à quelques formules incantatoires, sa pensée, désormais considérée comme faisant partie du patrimoine classique des doctrines politiques du XXe siècle, trouve, en effet, sa véritable signification et sa modernité dans le contexte dans lequel elle se déploie.
Dans cette première biographie en français, Jean-Yves Frétigné restitue ainsi le parcours d’un intellectuel engagé dans le contexte de l’Italie libérale puis fasciste, voire de l’Internationale communiste. Un géant qui, contre Mussolini et Staline, défend un engagement au service d’un projet de renouveau politique adapté aux sociétés occidentales.
En condamnant le fascisme et le communisme réel, sa pensée constitue, hier comme aujourd’hui, un remède et un antidote aux dérives et aux dévoiements de l’idéal révolutionnaire.
en traduction française.
LE SITE ALTRITALIANI propose une sélection de livres à offrir à Noël.
Une liste pour ceux d’entre vous qui aiment lire des auteurs italiens traduits en français. Une sélection des dernières sorties en France d’auteurs italiens de grand talent auprès de maisons d’édition françaises toujours très attentives aux nouveautés éditoriales italiennes.
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Italo Calvino, Leçons américaines, Gallimard.
Six propositions pour le prochain millénaire.
Trad. de l’italien par Christophe Mileschi
Traduction nouvelle / Collection Du monde entier, Gallimard
Parution : 23-11-2017
«Nous sommes en 1985 : quinze ans à peine nous séparent du début d’un nouveau millénaire. Pour le moment, je n’ai pas l’impression que l’approche de cette échéance éveille la moindre émotion particulière. Quoi qu’il en soit, je ne suis pas là pour parler de futurologie, mais de littérature. Le millénaire qui s’achève a vu naître et se répandre les langues modernes de l’Occident et les littératures qui en ont exploré les possibilités expressives, et cognitives, et imaginatives. Il a aussi été celui du livre, en tant qu’il a vu l’objet-livre prendre la forme qui nous est familière. Le signe que ce millénaire est sur le point de s’achever, c’est, peut-être, la fréquence avec laquelle on s’interroge sur le sort de la littérature et du livre à l’ère technologique dite postindustrielle. Je n’ai guère envie de m’aventurer dans ce genre de prévisions. Ma confiance dans l’avenir de la littérature tient à ce que je sais qu’il est des choses que la littérature est la seule à pouvoir donner, avec ses moyens spécifiques. Je voudrais donc dédier ces conférences à quelques valeurs, ou qualités, ou spécificités de la littérature qui me tiennent particulièrement à cœur, en tâchant de les situer dans la perspective du nouveau millénaire.»
Ces «propositions pour le prochain millénaire» sont une formidable leçon de littérature, un art qui, pour le grand écrivain italien, repose sur cinq piliers : légèreté, rapidité, exactitude, visibilité, multiplicité.
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Lorenza Foschini, La princesse de Bakounine, Gallimard.
Trad. de l’italien par Karine Degliame-O’Keeffe
Collection Quai Voltaire, La Table Ronde Parution : 21-09-2017
Zoé Obolenskaïa appartient à la très haute noblesse russe. Mariée à un prince insipide, mère aimante de cinq enfants, la princesse se sent à l’étroit à la cour du tsar. Dans les années 1860, elle trouve enfin une excuse pour prendre le large et embarque pour l’Italie. Après un séjour à Venise, Zoé établit ses quartiers à Naples, où elle fait la connaissance d’un autre Russe en exil, Mikhaïl Bakounine, l’anarchiste qui fait trembler l’Europe. Alors que tout a l’air de séparer cette héritière richissime et ce rescapé des camps de Sibérie à la mise négligée et à la carrure d’ours, les deux se lient instantanément d’une amitié qui prend parfois l’allure d’une relation amoureuse. Conquise par les discours du révolutionnaire, la princesse embrasse peu à peu sa cause et devient l’un des piliers du mouvement anarchiste européen, finançant Bakounine et ses disciples.
Lorenza Foschini reconstruit la figure complexe de celle qui inspira à Tolstoï Anna Karénine et à Henry James La Princesse Casamassima. Une histoire captivante qui reflète les conflits et les passions d’une époque.
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Alessandro Piperno, Là où l’histoire se termine, Liana Levi Editions.
traduit de l’italien par Fanchita Gonzalez Batlle
«Littérature étrangère»
Date de parution : 31-08-2017
Romains depuis plusieurs générations, les Zevi comptent parmi leurs ancêtres penseurs, avocats, scientifiques et même un rabbin! Seule fausse note dans ce concert de bienséance, Matteo, incorrigible hâbleur. Dans les années 1990, il s’est rué avec légèreté dans deux mariages successifs et une accumulation inconsidérée de dettes. Ne parvenant pas à les rembourser, il a quitté l’Italie pour Los Angeles. Seize ans plus tard, le voici de retour à Rome. Ses deux enfants l’attendent sans l’attendre, tandis que Federica, son ex-femme, essaye de recoller les morceaux en éternelle Pénélope. Le revenant, résolu à dévorer la vie par les deux bouts, se jette sans retenue dans les retrouvailles avec la Ville éternelle, qui plus que jamais conjugue beauté et délabrement. Et la vie reprend son cours léger et futile, jusqu’à l’inévitable collision avec l’Histoire.
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Pietro Grossi, Le passage, Liana Levi Editions.
traduit de l’italien par Nathalie Bauer
Date de parution : 06-04-2017
Ça y est. À l’instant précis où il reçoit un coup de téléphone de son père, Carlo sait que le moment de vérité est arrivé. Treize ans qu’il se tient loin de lui, de ses grognements, ses débordements, ses accès de colère. Sept ans qu’il tente de se construire une vie normale, avec femme, enfants et travail régulier, loin de la mer et des embarcations sur lesquelles ils naviguaient ensemble. Et voilà que cet appel au secours vient tout chambouler : convoyer un bateau du Groenland au Canada, le long du légendaire passage du Nord-Ouest, ne peut se faire qu’à deux… Après un instant de doute, Carlo décide de remonter à bord.
Pietro Grossi, avec l’expérience de ceux qui ont grandi sur la mer, nous embarque vers une «zone limite du monde qui révèle notre véritable essence.»
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Ilaria Gaspari, L’éthique de l’aquarium, Editions de Grenelle.
Collection Roma Livres
Parution: Octobre 2017
Gaia fait retour à Pise, dix ans après la fin de l’université. Elle retrouve ses amis et son grand amour du temps de l’université; mais sur cette rencontre inattendue pèsent les années qui se sont écoulées, la distance et la mort d’une ancienne camarade, Virginia, décédée dans des circonstances mystérieuses. Un roman d’amour et de mort loin des lieux communs, dans lequel Ilaria Gaspari donne corps à la ville de Pise dans un conte de fées sombre, poétique et symbolique et grace à un style qui dose savamment rythme et tension et une grande poésie autant dans les mots que dans les images.
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Luca Di Fulvio, Les enfants de Venise, Slatkine & Cie.
Traduit par Françoise Brun
Parution: 2017
Un pavé de 700 pages porté par un formidable souffle romanesque, qui nous entraîne sans répit de Rome à Venise, en passant par Mestre, de l’automne 1515 à l’été 1516.
Après l’Amérique des années 20, c’est cette fois-ci la Venise de la Renaissance que l’auteur va choisir comme cadre et comme ancrage de son récit ; un récit à couper le souffle qui reprend certains motifs déjà présents dans le Gang des rêves. Des jeunes gens qui feront tout pour réaliser leurs rêves les plus fous; l’amour qui s’affranchit de tous les obstacles, même les plus insurmontables; la misère et la violence sociale en toile de fond, mais décrite toujours avec justesse et sans voyeurisme; la question, enfin, de l’identité et de l’être au monde. Pour porter l’intrigue aux multiples rebondissements, le narrateur se démultiplie, l’histoire est racontée par plusieurs personnages, dont les destins sont irrémédiablement liés : un jeune voyou, pickpocket à ses heures perdues, une jeune fille juive qui possède un talent singulier et sans limites, son père enfin, avec qui elle entretient une relation difficile mais pleine d’amour…
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Paolo Cognetti, Les huit montagnes, Stock.
Traduit de l’italien par Anita Rochedy
Collection : La cosmopolite
Parution : 23/08/2017
Prix Strega 2017
« Quel que soit notre destin, il habite les montagnes au-dessus de nos têtes. »
Pietro est un garçon de la ville, Bruno un enfant des montagnes. Ils ont 11 ans et tout les sépare. Dès leur rencontre à Grana, au coeur du val d’Aoste, Bruno initie Pietro aux secrets de la montagne. Ensemble, ils parcourent alpages, forêts et glaciers, puisant dans cette nature sauvage les prémices de leur amitié. Vingt ans plus tard, c’est dans ces mêmes montagnes et auprès de ce même ami que Pietro tentera de se réconcilier avec son passé – et son avenir. Dans une langue pure et poétique, Paolo Cognetti mêle l’intime à l’universel et signe un grand roman d’apprentissage et de filiation.
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Giorgio Pressburger
Giorgio Pressburger s’est éteint le 5 octobre 2017. Né en 1937 dans une famille juive décimée par les nazis, il a passé son enfance et son adolescence à Budapest. En 1956, après l’insurrection contre le régime soviétique, il quitte clandestinement la Hongrie et s’exile en Italie. Il adopte la langue italienne pour écrire.
Marguerite Pozzoli, directrice de la collection italienne d’Actes Sud, amie et traductrice française de Giorgio Pressburger nous conseille de l’aborder avec la lecture de Giorgio PRESSBURGER, L’Horloge de Munich, Actes sud.
Hors collection ; Novembre, 2005
traduit de l’italien par Marguerite POZZOLI.
Au détour d’un vieux livre, le narrateur se découvre trois ancêtres : Marx, Heine et Mendelssohn – un révolutionnaire, un poète et un musicien. Saisi d’une sorte de vertige, le voilà plongé dans la quête de ses racines ; elle le mènera au centre de la fabuleuse Mitteleuropa, mais aussi au centre de la vie, puisque toutes les existences, même les plus modestes, forment une chaîne qui mêle aux héros célèbres des gens obscurs, mais non moins dignes d’intérêt.
Dans la grande tradition hébraïque, Giorgio Pressburger nous convie à rencontrer des personnages émouvants, créatures à la dérive dans un monde à la dérive, marqué à jamais par le sceau de l’Holocauste, et par la faillite des idéologies. Voici tour à tour l’oncle François, morphinomane excentrique et désespéré, le rabbin de Cifer, qui noue avec Dieu un pacte catastrophique, ou encore l’oncle Gustave, révolutionnaire amoureux de Maupassant. Et même un chien fidèle à ses maîtres morts en déportation, et qui continue à monter la garde devant une maison vide… Mais c’est l’avant-dernière histoire, « L’horloge de Munich », qui livre le sens de l’œuvre : à travers un cadeau fait par une vieille dame à ses quatre neveux, dispersés sur divers continents, le fil de la mémoire et la lueur de l’âme, si ténue soit-elle, s’affirment envers et contre tout.
Comme tout mouvement novateur et majeur le néo-réalisme va engendrer ses propres dérivations qui vont prendre des tournures diverses mais tout aussi riches : le mélodrame et la comédie dite (un peu péjorativement) « à l’italienne ». Le mélodrame va nous faire pleurer comme des fontaines devant les drames familaux du couple mythique Amedeo Nazzari et Yvonne Sanson dans « Catene » (Le Mensonge d’une mère), « Figli di nessuno » (Fils de personne), « Torna ! » (Larmes d’Amour) ou « Tormento » (Bannie du foyer). Le genre va accumuler année après année des succès de billetterie inégalés à l’époque.
le tome 2, sous la direction de Jean Gili est incontournable!!!
Disponible dans les meilleures librairies, comme la Librairie Ombres Blanches ou tout simplement à RADICI – Revue d’actualité, culture et langue italiennes!
Info ☎️ : 05 62 17 50 37
Rendez-vous à la Cinémathèque de Toulouse pour la Présentation du VOLUME 2 du Hors-série de RADICI – Revue d’actualité, culture et langue italiennes consacré au cinéma italien:
« L’ITALIE AU MIROIR » de son cinéma ». avec Jean Gili et Rocco Femia !!!
ENTREE LIBRE (dans la limite des places disponibles)
pour la présentation de son livre « La force du silence ».
Petites notes sur le bruissement du monde » / jeudi 16 novembre, à 16h30, à la Librairie Ombres Blanches de Toulouse (rue Mirepoix).
La rencontre sera animée par Jean-Yves Laurichesse, PR de Littérature française moderne et contemporaine à l’UT2J et sera accompagnée d’une lecture-projection sur le thème du silence.
autour de son premier roman « Camarade Lune », paru aux Éditions Cambourakis.
MARDI 17 OCTOBRE 2017 À 19H00 à la librairie Terra Nova, (18 rue Gambetta).
« Camarade lune » / « Compagna Luna » écrit en prison, a été publié en Italie en 1998, puis réédité en 2013 (la Feltrinelli).
Nous vous l’avions déjà signalé le 14 sept. dernier, lorsque Francesca Vinciguerra en avait parlé dans l’émission Ciao Italia sur Occitanie Première:
http://www.occitaniepremiere.fr/…/ciao-italia-du-13-septemb…
BarbaraBalzerani est née en janvier 1949 à Colleferro.
Au début des années 1960, elle a milité dans le mouvement » Potere Operaio » avant de rejoindre les Brigades rouges où elle faisait partie de l’équipe de la direction stratégique. Elle a vécu dans la clandestinité un certain nombre d’années avant d’être arrêtée en 1985 et condamnée à la prison à perpétuité.
En 2011, elle a obtenu la liberté conditionnelle et a été définitivement libérée en 2016.
Jeudi 19 octobre à 19h30
Histoires d’Amour, Ici et Ailleurs, Fragments de Romans /Lectures radiophoniques
C’est accompagnée de Mathieu Hornain, sound designer, que la comédienne Sylvie Maury nous propose une fois par mois, une immersion dans un fragment de roman, voyageant d’époques en pays, à travers une histoire d’Amour.
En créant en direct des ambiances “radiophoniques“, des climats sonores singuliers, et en étant au cœur d’un dispositif sonore spatialisé, ils nous invitent à plonger dans une lecture à une ou plusieurs voix, partageant ainsi leur expérience sensible du texte choisi.